martedì 15 febbraio 2011

POESIA DI NAZIM HIKMET


" Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

sei la mia carne che brucia

come la nuda carne delle notti d'estate

sei la mia patria

tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi

tu, alta e vittoriosa

sei la mia nostalgia

di saperti inaccessibile

nel momento stesso

in cui ti afferro."




lunedì 14 febbraio 2011

IL GIOCO NON VALE LA CANDELA


Il gioco non vale la candela è un'espressione idiomatica della lingua italiana.

La locuzione è utilizzata quando si vuole esprimere la propria riluttanza a

compiere un sacrificio che non farà ottenere un utile proporzionato.

Questa espressione è di origine medievale o secondo alcune fonti, del XVI secolo.

A quel tempo si usavano candele o lampade ad olio per qualunque attività notturna, e il costo delle candele, specie per le classi sociali più basse, poteva diventare una spesa considerevole.

Era quindi consuetudine per i giocatori di carte, lasciare una piccola somma o a volte una vera e propria candela, all'oste della locanda o a chi li ospitava.

Il modo di dire si diffuse rapidamente tra i giocatori d'azzardo per indicare

partite in cui si era perso molto danaro o nelle quali le vincite erano state così basse da non coprire neanche la piccola somma lasciata per la candela.