martedì 6 settembre 2011

FINESTRA

Il triangolo di metallo vibra mosso da qualche alito di brezza che ogni tanto si rammenta di accordare una boccata d'ossigeno all'afa stagnante.
Lo squarcio nella zanzariera è appena visibile: il grigio del metallo si confonde col paesaggio
oppresso dalla calura e dal tempo.

Il letto è una zattera bianca alla deriva.

Le stringo una mano e mi affaccio al suo sguardo aspettando, sperando di essere riconosciuta.
I secondi sono anni e ho fretta. Una sola parola:" Allora?"
Il viso si anima, si apre alla sorpresa, alla gioia, al pianto: "Sei tu, ti ho riconosciuta dalla voce,
sei venuta a trovarmi!".
La mano si stringe più forte.

La finestra è grande sulla parete e il triangolo di metallo della zanzariera rotta continua a vibrare.
Al di là, quella casa coi muri anneriti dal tempo, incombe silenziosa.

La finestra è grande e la casa mi sembra molto più vicina di un tempo.

Parliamo. Mi chiede di me, della mia famiglia poi silenzio, ha dimenticato tutto: il velo della malattia ha offuscato la mente oltre allo sguardo.
Ad un tratto torna dagli oscuri recessi della memoria con un ricordo diverso, un sorriso trionfante,
come fanno i bambini quando all'improvviso gli viene in mente qualcosa che gli sta molto a cuore:
" Lo sai che ora parto? Prendo il treno e parto, me ne vado".

La casa oltre la zanzariera osserva e attende.
Lo so che attende.
Che tutto finalmente si concluda.
Che il desiderio e il rancore che consumano la carne si dissolvano con essa.

La finestra è grande sulla parete bianca e la casa scura entra nella stanza e la riempie.

Vorrei dire tante cose che mi stanno più a cuore delle sciocchezze che dico.
Vorrei dire la mia verità.
Ma a cosa servirebbe? La verità è sicuramente che siamo liberi di scegliere ma raramente consideriamo quale potrebbe essere il risultato delle nostre scelte.
Molto più spesso diamo la colpa agli altri, agli eventi, al destino.

Quella casa scura, la mia casa, ha segnato il corso di tante vite ma lei sarà ancora lì a vegliare quando noi saremo ormai poco più che un ricordo.




Splendida

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